lunedì 27 dicembre 2021

Il Salumificio Spader e le scelte di filiera sostenibile

 


Borghi d'Europa propone dal 2020 un progetto di informazione denominato Eurosostenibilità.

Il principio guida della sostenibilità è lo sviluppo sostenibile, che riguarda, in modo interconnesso, l'ambito ambientale, quello economico e quello sociale. I settori culturali, tecnologici e politici sono, invece, considerati come sotto-settori dello sviluppo sostenibile. Per sviluppo sostenibile si intende lo sviluppo volto a soddisfare i bisogni della generazione presente senza compromettere la capacità delle generazioni future di far fronte ai propri bisogni. Il termine sviluppo sostenibile è stato introdotto per la prima volta dal Rapporto Bundtland della Commissione Mondiale per l'Ambiente e lo Sviluppo (1987)

Nel settore della filiera agroalimentare Borghi d'Europa coinvolge le aziende nella riflessione e nella ricerca sulla sostenibilità.

Fra queste il Salumificio Spader di Mosnigo di Moriago della Battaglia partecipa come partner di informazione alle iniziative.

“ Ci interessa confrontarci – osserva Emanuele Spader-, non soltanto sulla sostenibilità del prodotto finale, ma, anche e soprattutto,sulla sostenibilità dell'intero processo, a partire dai sistemi di allevamento. Per una azienda come la nostra che privilegia la scelta di carni suine nazionali, l'opzione sostenibile è una necessità.”


La Bottega dei Ricord

Borghi d’Europa promuove l’iniziativa Di qua e di là del Piave, nel quadro del progetto L’Europa delle scienze e della cultura (Patrocinio IAI-Iniziativa Adriatico Jonica, Forum Intergovernativo per la cooperazione regionale nella regione adriatico jonica).

Un intenso lavoro di informazione si sta svolgendo per conoscere e valorizzare le Vie dei Norcini.

Il Salumificio Spader di Mosnigo di Moriago della Battaglia, svolge il ruolo di partner di informazione del progetto.


Nel corso di numerosi incontri, vengono degustati i prodotti dell’azienda, abbinati ad altre eccellenze dei territori del Piave.

E’ giunta la notizia che l’iniziativa EUROSOSTENIBILITA’ intende sviluppare un approfondimento sulla filiera agroalimentare della produzione di salumi, dagli allevamenti fino al prodotto finale.

Il Salumificio Spader fungerà da ‘Virgilio’ nel particolare viaggio del gusto, che rappresenterà un inedito nel panorama variegato delle iniziative di Borghi d’Europa”.

lunedì 13 dicembre 2021

La terza settimana di Europa,Il Buon Paese

   Continua la programmazione di Borghi d'Europa per  il progetto EUROPA, Il Buon Paese.

Nella  terza settimana Antonella Pianca ci propone un viaggio nel Carso triestino, per conoscere i vini

di Matej Scherlj.

In Lombardia, Alessio Dalla Barba ci racconta la visita alla Tenuta Borgo la Caccia (Pozzolengo), nella zona bresciana del Lago  di Garda.

Il progetto Eurostenibilità si occupa della vestibilità dei cuochi, grazie alle proposte della ditta Konsum srl di Cornuda (Tv).

L'azione informativa riguardante il Sud, ci fa conoscere il viaggio della Puglia a Londra : lo chef Alessandro Grano ha creato delle prelibatezze utilizzando i prodotti tipici pugliesi, il tutto servito in piatti di terracotta di Grottaglie (TA), famosa città delle ceramiche.

A Kobarid (Slovenia) il ricordo della ferrovia e la cucina del ristorante Postaja Poljana . Emanuele Spader racconta le ricette slovene.

Nelle Terre della Piave, al ristorante Il Barco di Casa Balbi di Davide Milani (Pieve di Soligo),il racconto del programma 2022, con i vini di Fabian Korsic (Korsic wines), Luigi Comarella (Valdobbiadene) e Alessandro Winkler .




                                                              Il Barco di Casa Balbi

venerdì 3 dicembre 2021

VISITE GUSTOSE: L’ITALIA DEL GUSTO AL MERCATO DEI VINI FIVI 2021

 

 






Decima edizione entusiasmante a Piacenza

Milano, 30 Novembre 2021- Finalmente, dopo due anni di forzato oblio per il Covid, a Piacenza è tornato Il Mercato dei Vini della Fivi, giunto alla decima edizione, che si è rivelata davvero entusiasmante.

Questa decima edizione ha visto presenti ben 674 cantine italiane ed estere (c’erano infatti due aziende dei Vignerons Indìpendant francesi e delegazioni di vingaioli bulgari e sloveni) , pronte a far conoscere le loro etichette a una moltitudine di appassionati wine lovers ed operatori professionali giunti a Piacenza.

Va ricordato che per la Fivi è fondamentale promuovere e tutelare la figura, il lavoro, gli interessi e le esigenze tecnico-economiche del vignaiolo indipendente italiano, ovvero colui che segue attentamente tutte le pratiche in vigna e in cantina con passione, competenza e rispetto per il territorio.

L’Italia del Gusto si è recata al Mercato dei Vini Fivi per provare alcune etichette di diverse regioni italiane, scelte in base ai progetti d’informazione del 2022, che verteranno soprattutto sul tema della sostenibilità.

 

 

Per il Veneto sono stati provati due Glera rifermentati in bottiglia dell’Azienda Agricola Sergio Moro di Farra di Soligo (Tv) e di Ceotto Vini di Susegana (Tv), molto ruspanti e dalla beva generosa, mentre per il Collio Friulano due bianchi d’autore come la Malvasia e il Friulano di Fabjan Korsic di San Floriano del Collio (Go).

E ancora, per le Marche due ottimi Verdicchio dei Castelli di Jesi di Col di Corte nell’Anconetano, per la Toscana, direttamente dall’Isola d’Elba il particolare Viogner affinato in anfora e l’Ansonica dell’Azienda Agricola Arrighi, per la Lombardia il Riesling Renano e quello Italico di Dezza di Montecalvo Versiggia, in Oltrepò Pavese.

Tra le bollicine Metodo Classico, assolutamente da citare l’Altalanga Docg Pinot nero 100% de La Fusina di Dogliani (Cn), mentre per i rossi fermi sono stati assaggiati due diversi e raffinati Pinot Nero dell’Azienda Vitivinicola Tosi di Montescano (Oltrepò Pavese), poi il Cirò Doc da uva Gaglioppo dell’Azienda Cote di Franze di Cirò Marina (Crotone), molto intenso e caldo, ed infine i Nebbiolo Valtellina Superiore Docg de La Perla di Marco Triacca di Tresenda di Teglio (So), strutturati ed equilibrati.

Ognuna delle Cantine visitate durante la rassegna piacentina verrà inserita col proprio territorio nei Percorsi Internazionali della testata giornalistica Borghi d’Europa del 2022, proseguendo sula linea di promozione svolta dalla Fivi stessa.

In alto i calici!

 

mercoledì 17 novembre 2021

L'azienda agricola Moro Sergio invitata ad Eurovinum – La degustazione con la porchetta arrosta del Salumificio Spader

  La nostra personalissima 'Bottega dei ricordi' non aveva perso memoria di quell'azienda agricola

di Farra di Soligo, nata nel lontano 1960 dalla attività mezzadrile dei fratelli Moro, acquisita nel 1972, per poi svilupparsi dal 1992 con la configurazione odierna.


I giornalisti e i comunicatori di Borghi d'Europa hanno visitato l'azienda agricola Sergio Moro alcuni anni orsono. “Oggi Moro Sergio prosegue nella conduzione dell’azienda con la stessa fi#losofi#a del padre, ma coniugando sapientemente innovazione e tradizione. Un’evoluzione che ha portato l'azienda a crescere nel 2010 costruendo la nuova cantina. Da qui la gamma dei vini aziendali si è ampliata, potendo offrire al cliente il prodotto che più lo aggrada e lo soddisfi, garantendogli una qualità tipica del nome Moro Sergio.”


Ne parliamo con Erik, figlio di Sergio, che ben interpreta la filosofia della famiglia.


“ La nuova cantina, l'adesione alla Fivi (Federazione italiana Vignaioli Indipendenti), la scelta

di restare ben attaccati alla qualità dei prodotti, una sensibilità piena ai temi della sostenibilità ambientale : questi sono i capisaldi del nostro operare”.


“Il fatto è che il vignaiolo FIVI esprime due grandi qualità, la fierezza d’essere indipendente e l’intelligenza di cercare il sostegno dei colleghi. In tante cose chi sta in vigna non solo può, ma deve decidere da solo, è il solo modo per dare al vino un’impronta personale.Ma in tante altre situazioni è solo raggiungendo una massa critica che si riesce ad essere ascoltati, a fare opinione.E poi la FIVI non è nata per dare uno stipendio a qualche burocrate, ma è fatta da chi passa la vita in azienda, basta guardare i nomi dei dirigenti, c’è il meglio della viticultura italiana.”


Mentre chiacchieriamo, sorseggiamo il vino col fondo di casa, che poi è stato il motivo ufficiale

della nuova visita.


Si chiama Battistara, il Frizzante Surlie,nato da un terreno collinare ,argilloso e calcareo di Col San Martino ; alla vista giallo paglierino, perlage elegante e persistente ; dall'aroma fruttato, sentori di "crosta di pane" ; al Gusto asciutto con complessi sentori di lievito e frutta.


Un bicchiere tira l'altro, con grande naturalezza.


Così i giornalisti e i comunicatori di Borghi d'Europa hanno invitato l'azienda agricola Moro Sergio

a partecipare alle iniziative di informazione del Percorso Internazionale Eurovinum,Il Paesaggio della vite e del vino, che raccontano, in modo diretto, le storie dei protagonisti (talvolta silenziosi),

di ogni avventura enoica.


La degustazione dei vini ha valorizzato anche il salame della Società Agricola Palù (prodotto PPL)

di Mosnigo e la porchetta arrosta del Salumificio Spader.


La Porchetta Arrosto Spader si contraddistingue per il sapore aromatizzato,la dolcezza e la morbidezza delle carni e l'eccellenza delle materie prime utilizzate.Le carni selezionate vengono

aromatizzate,farcite con erbe seguendo la ttadizionale ricetta. Arrotolata e legata viene cotta per mantenere la tipca cotenna abbrustolita e croccante. Vi sono ben tre versioni differenti,partendo dalla medesima materia prima.La Porchetta arrosta ad un filone,la Porchetta Arrosto a due filoni e la Porchetta Arrosto tipo Romana, che si differenzia dalle due precedenti per l'asenza di consevanti ed una più intensas aromatizzazione.

Noi ci vediamo benissimo un Valdobbiadene Prosecco, che grazie alle sue bollicine delicate ben si sposa con l’untuosità e la sapidità della carne lavorata della porchetta, regalando sensazioni piacevoli al palato.

domenica 14 novembre 2021

La Via dei Norcini : il Prosciutto Istriano e il Prosciutto cotto alla brace del Salumificio Spader




Borghi d'Europa promuove dal 2019 alcuni Percorsi Internazionali dedicati alla filiera agroalimentare, nel quadro del progetto L'Europa delle scienze e della cultura (Patrocinio

IAI-Iniziativa Adriatico Jonica, Forum intergovernativo per la cooperazione regionale nella regione adriatico jonica).


Uno di questi percorsi è dedicato alla Via dei Norcini.

I giornalisti e i comunicatori della rete internazionale hanno voluto scegliere due prodotti : un prosciutto cotto alla brace della tradizione italiana, firmato dal Salumificio Spader di Mosnigo

di Moriago della Battaglia, nelle Terre della Piave e il prosciutto istriano di Tignano.



Il Prosciutto cotto alla brace del Salumificio Spader è aromatizzato con aromi ed erbe aromatiche,legato a mano e cotto arrosto. La sua peculiarità risiede nel perfetto equilibrio tra sapore delicato di cotto e profumo dolce e pulito delle spezie aromatiche. Il prosciutto cotto arrosto è

tenero e succoso, compatto e gradevole per tutti i palati.Lo stesso prosciutto cotto lo possiamo

arricchire con una ulteriore aggiunta aromatica, sottoponendo il prodotto ad una fase di asciugamento e affumicatura con legno di faggio e ginepro, i quali donano un caratteristico

gusto e profumo di affumicato.


Il prosciutto istriano è l'orgoglio della gente dell’Istria, il simbolo del beneficio di un ritmo equilibrato con la natura. Il prosciutto istriano è legato alla leggenda di Bura, una ragazza giovane e bella che troppo lodava la sua bellezza e Dio per la sua arroganza la colpì con un fulmine. La storia narra che da allora, ogni volta che una donna commette lo stesso peccato, essa sospira amaramente e i suoi sospiri diventano vento forte e freddo, la bora, che porta chiarezza e semplice bellezza. Proprio così è il prosciutto istriano, una combinazione unica di carne di altissima qualità, di una ricetta speciale, arricchita con sale marino e aromi naturali, essiccato esclusivamente al vento di bora. Tagliato a fette sottili rappresenta tutta la bellezza della semplicità e l'unicità dell’Istria, che si scioglie in bocca e seduce con il suo fragrante profumo.


L'unicità del prosciutto istriano


Questo prodotto istriano assolutamente autoctono è unico al mondo per i suoi ingredienti di qualità e per i metodi di preparazione immutati da secoli. La speciale tecnica di preparazione del prosciutto e le condizioni microclimatiche hanno come risultato un prodotto di altissima qualità. Il prosciutto istriano è protetto dalla legge e dalla provenienza geografica e può essere prodotto esclusivamente nell'interno dell'Istria ad almeno 12 chilometri di distanza dal mare.


E’ caratterizzato da un colore estremamente rosso della carne, senza il grasso tessuto adiposo sottocutaneo e da un sapore e profumo intenso. Gli animali vengono curati e nutriti in modo particolare, quindi la carne del prosciutto istriano non contiene additivi o nitrati, dannosi per la salute. A differenza di altri prosciutti crudi, il prosciutto istriano non viene affumicato, ma seccato unicamente all'aria pulita per cui non contiene pericolose sostanze cancerogene. I prosciutti trattati e essiccati vengono poi messi in salamoia nel sale marino con spezie naturali - pepe, rosmarino, alloro e aglio. Viene prodotto nel periodo invernale, a partire dai primi giorni di bora fresca, essiccato nei seguenti 5 mesi e stagionato 12 mesi.

La sua casa è considerata Tignano, proclamata il comune del prosciutto istriano, dove ogni anno si riuniscono i migliori produttori di prosciutto della regione istriana e quelli provenienti da altre parti del mondo, ma anche dove si trovano numerose produzioni di prosciutto, questa superba prelibatezza culinaria. In questa parte dell'Istria lo chiamano "vijulin”, violino, per la sua morbidezza, tenerezza, dolcezza e unicità, ma anche per il modo ti tagliarlo che deve essere accurato e delicato, come quando si suona uno strumento musicale costoso.


Il prosciutto istriano si mangia da solo, quando portandolo alla bocca si scoprono tutti i suoi gusti o in uno dei piatti tradizionali come la ‘fritaja’, frittata, omelette istriana, o si usa come aggiunta alla regina del cibo al cucchiaio – la minestra, o come farcitura di piatti di carne, a volte in aggiunta alla pasta oppure viene solo leggermente fritto sull’oro dell’olio d'oliva. Qualunque sia la combinazione che assaggerete non dimenticate di abbinarlo con alcuni degli ottimi vini istriani, completando così la vostra originale esperienza gastronomica istriana.








 

martedì 9 novembre 2021

Natura e tradizione: la riscoperta del Nocino

 

 




Come si dice “ogni promessa è debito; pertanto non potevo dimenticare quella fatta al Bartender Francesco di Ca Shin, la cascina all’interno del Parco Cavaioni, di fargli nuovamente visita per assaggiare il Nocino Benvenuti della collezione “I Liquori della Tradizione Italiana” del Gruppo Montenegro.

Data la piacevolissima degustazione precedente, della Grappa Libarna di Barbera e Dolcetto Riserva, non fu un grande sacrificio!

Dunque mi recai al Parco e, dopo una passeggiata propiziatrice di buon appetito, mi diressi al Ristorante.

Come al solito fui accolto con grande gentilezza e gustai un ottimo piatto di tagliatelle, seguito da una costata di bue: un’ottima entrée dunque!

Mi vide il Barman, che non mancò di salutarmi: gli dissi che mi ricordavo della promessa, ed infatti ero qui (anche) per degustare il suo decantato nocino; non gli svelai che, benché non modenese, mi ero un tempo dedicato anch’io alla produzione (casalinga of course!) di nocino.

Qui forse sarà il caso di fare una piccola presentazione perché questo liquore, benché tradizionale ed un tempo famoso, non è più conosciuto come merita: innanzi tutto è di origini antiche ed é sempre stato considerato un po’ magico.

Ad esempio nel Settecento il Notaio modenese Pellegrino Grappi prescriveva che “le noci devono essere raccolte immature, da piedi scalzi e da mani femminili, la notte di San Giovanni (24 giugno), in concomitanza con il solstizio ed il frutto non deve mai essere tagliato con il ferro, bensì con una lama di legno” Inutile ricordare che secondo le leggende questa è una notte in cui il mondo naturale e soprannaturale si compenetrano e accadono “cose strane” come narra Shakespeare nel “Sogno di una notte di mezza estate“…

La produzione di questo liquore avviene in molte parti d’Italia, ma quelle più tradizionali sono i territori di Modena e quello di Benevento, in cui è attestato il Grande Noce, distrutto dal vescovo Barbato nell’anno 665 ma poi rinato più bello di prima, sotto il quale, nella notte del solstizio d’estate si riunivano streghe e diavoli a celebrare il Sabba.



Il Grande Noce di Benevento

Ma ritorniamo al nostro Francesco ed al suo Nocino Benvenuti è prodotto da sole noci italiane. Non garantisco che l’Azienda abbia usato solo giovani fanciulle scalze per la raccolta, ma certo il risultato é eccellente!



Il Nocino Benvenuti

Il liquore ha un colore cioccolato-tabacco intenso, con riflessi aranciati ed ambra; il profumo è molto intenso e caratteristico del mallo di noce, a cui si uniscono note calde e speziate di cannella e chiodi di garofano ed infine il gusto, dolce ed avvolgente, è di mallo di noce macerato unito, in perfetto equilibrio, a quello alle spezie orientali ed alle note tostate dolci.


Da ultimo va notato che il grado alcolico è di 34°, quindi di assoluta tranquillità!


Non potei che fare i miei complimenti alla scelta di Francesco, confessando in cuor mio che esistevano anche nocini migliori di quello artigianale fatto da me!

Ma questo non lo dissi e ripartii comunque molto soddisfatto per una piacevole passeggiata nel parco.


Gianluigi Pagano

sabato 6 novembre 2021

Il re dell’autunno: il Maiale - L'incontro con Emanuele Spader

 






Inizia l’autunno, con le sue giornate nebbiose o, peggio, piovose. Si ritorna in casa e si riscoprono le gioie della tavola, a cui possibilmente riunirsi con la compagnia degli amici. Ovviamente in questa stagione si pensa soprattutto al maiale, re incontrastato soprattutto delle tavole emiliane come la mia.

Ho deciso di sentire su questo argomento il parere di un cultore della cucina e particolarmente delle specialità della salumeria: Emanuele Spader, titolare del Salumificio Spader di Mosnigo della Battaglia (TV).


Mi ha ricevuto gentilmente, come al solito, e, alla mia domanda di illustrarmi le tradizioni legate alla “civiltà del maiale”, non si è fatto pregare e, brandendo una bottiglia di ottimo (come ho avuto modo di verificare ripetutamente) Prosecco col fondo, ha iniziato a raccontare:

In realtà la vera festa gastronomica era l’uccisione del maiale. La fine atroce della povera bestia, contrastava con le cure amorose che aveva ricevuto in vita. Il corpo del maiale ucciso veniva appeso, poi sbollentato con acqua e quindi pelato. Dopo un paio di giorni, di raffreddamento, venivano tagliati prosciutti, lardi e pancette, mentre il grasso veniva messo a bollire in un recipiente per fare lo strutto. La carne migliore veniva impiegata per fare i salami, mentre il secondo taglio era per le salsicce mentre con carni e cotenne si facevano i cotechini e i musetti. Nulla andava sciupato. Naturalmente nella giornata della “Festa del Maiale” e nelle successive venivano mangiati, in memorabili banchetti le parti del maiale che non si potevano conservare, ovvero le frattaglie”

Gli chiesi allora qualche ricetta di questi piatti. Mi consigliò di rivolgermi per questo ad un famoso macellaio di Treviso, che era particolarmente competente (ne aveva…. assaggiato a tavola la competenza!): si trattava di Bruno Bassetto. Gli dissi che lo conoscevo bene, anzi avevo nella mia biblioteca i suoi …gustosi libri: “Fra Tagli e Frattaglie” e “Fra tagli d’Italia dalle corna alla coda”.
Lo salutai e tornai in fretta alla natia Bologna per cimentarmi in cucina. Vi indico la ricetta su cui mi sono cimentato, cogliendo le lodi dei convitati:

Frittatine di Cervella Ripiene

Ingredienti

  • 100 gr. di cervella

  • 100 gr. di fegatini di pollo

  • 3 uova

  • 2 dl. di latte

  • 50 gr. di burro

  • 3 cucchiai di farina

  • besciamella

  • pan grattato,

  • sale, pepe q.b.


Unite le uova alla farina e montate il preparato, aggiungendo il latte a poco a poco, oltre ad un pizzico di sale. Con il composto, preparate delle frittatine in una padella, facendo prima sciogliere ogni volta una noce di burro. Intanto avrete lessato la cervella, insieme ai fegatini, che andrete a saltare nel burro. Volendo, si può legare il tutto con un po’ di besciamella. Con l’impasto ottenuto, riempitele frittatine raffreddate, che richiuderete arrotolandole. Passatele nell’olio e nel pangrattato e friggetele.


Fegato di Maiale al Forno

Ingredienti

  • 750 gr. di fegato di maiale in un pezzo solo

  • rete di maiale

  • salvia

  • alloro

  • rosmarino

  • spezie miste per arrosto

  • pangrattato

  • olio d’oliva extravergine

  • 60 gr. di burro

  • vino bianco

  • sale, pepe q.b.




La rete di maiale va immersa in acqua calda per ammorbidirla. A questo punto tritate la salvia, l’alloro, il rosmarino, assieme alle spezie per arrosto. Aggiungete del pepe in abbondanza. Attenzione: niente sale per il momento, altrimenti il fegato si indurisce mentre si cuoce. A questo punto il composto speziato va cosparso sul fegato che si passa poi nel pangrattato. Il fegato va avvolto nella rete debitamente sgocciolata. Ora mettete il pezzo unico in una teglia, irrorate di olio e adagiateli tutt’intorno dei fiocchi di burro. E’ pronto per essere messo in forno, dove sarà cotto a circa 180° per 40 minuti. Ogni tanto bagnatelo con del vino bianco. Una volta terminata la cottura è ora di salare, tagliare a fette il fegato e fare riposare il tutto nel forno spento, ma ancora caldo.

(ricette tratte da “Fra Tagli e Frattaglie” di Bruno Bassetto)

Prossimamente vi parlerò delle successive degustazioni di specialità di maiale.

Gianluigi Pagano


mercoledì 3 novembre 2021

La Via dei Norcini : il prosciutto cotto alla fiamma del Salumificio Spader alla Società Agricola Palù di Mosnigo

 Continuano le iniziative di informazione di Borghi d'Europa, per far conoscere i Percorsi Internazionali.

Per la Via dei Norcini i giornalisti e i comunicatori della rete internazionale stanno collaborando con il Salumificio Spader di Mosnigo di Moriago della Battaglia, per valorizzare e far conoscere le eccellenze dei Territori coinvolti nel progetto L'Europa delle scienze e della cultura.


La tappa realizzata alla Società Agricola Palù di Mosnigo ha proposto il Prosciutto cotto alla fiamma del Salumificio Spader, prodotto aromatizzato con aromi ed erbe aromatiche, legato a mano e cotto arrosto, confezionato in sottovuoto.

“La sua peculiarità – ha osservato Renzo Lupatin, presidente di Borghi d'Europa-, risiede nel perfetto equilibrio tra sapore delicato del cotto e il profumo dolce e pulito delle spezie aromatiche e di grigliato. Il prosciutto cotto Fiamma è tenero e succoso, compatto e gradevole per tutti i palati.”

Il Prosciutto viene sottoposto ad una fase aggiuntiva, oltre a quelle di asciugamento e affumicatura con legno di faggio e ginepro, anche di bruciatura a fiamma della cotenna.

“Questo rende il prodotto estremamente nero e dona un caretteristico gusto e profumo di affumicato e di grigliato.”


Ha accompagnato la degustazione il vino col fondo di Luigi Comarella di Valdobbiadene.

Antonella Pianca, scrittrice fotografa e degustatrice AIS, ne ha messo in rilievo la bontà e la semplicità.

Luigi è una persona sincera, va dritto al segno, non gira attorno ai problemi.

Così quando osserviamo che anche nel settore del vino col fondo si fanno largo le furberie, evita di inoltrarsi nella polemica e commenta annuendo.

Un tempo i nostri contadini dedicavano al vino col fondo le uve migliori della vendemmia: oggi assistiamo a presunti vini a rifermentazione naturale che rivelano, inequivocabilmente, un passaggio...... Il vino col fondo di Luigi Comarella è semplicemente buono. 


mercoledì 20 ottobre 2021

EUROVINUM: REBORO, TERRITORIO E PASSIONE NELLA SPLENDIDA VALLE DE I LAGHI

 

 




Quarta edizione della rassegna promossa dall’Associazione dei Vignaioli Vino Santo Trentino

Milano, 19 ottobre 2021-La bellissima Valle dei Laghi è situata nella parte sud-occidentale del Trentino, tra Riva del Garda e Trento e si chiama così per la presenza di numerosi laghi (tra cui quello di Cavedine, quello di Toblino e quello di Santa Massenza) che rendono il panorama davvero magnifico.

Un aspetto importante di questa zona è sicuramente il clima, influenzato  dalla presenza costante di un vento chiamato “La Ora del Garda”, che percorre la valle a partire dal Lago di Garda e soffia dalla tarda mattinata sino a tutto il pomeriggio, che fa sì che gli inverni non sono mai troppo rigidi e le estati troppo torride: l’ideale per la produzione vitivinicola di qualità.

La Valle dei Laghi si distingue infatti per la presenza di sei ottime aziende agricole produttrici del celebre Vino Santo Trentino Doc da uva Nosiola, passito molto fine e pregiato grazie anche all’azione della Muffa Nobile Botrytis Cinerea.

Le sei aziende agricole (Pravis, Gino Pedrotti, Pisoni, Maxentia, Francesco Poli e Giovanni Poli) lavorano con passione e competenza in totale sinergia: sono infatti riunite dagli anni Settanta nell’Associazione dei Vignaioli del Vino Santo Trentino.

L’Associazione promuove da qualche anno l’Uva Rebo (incrocio realizzato nel 1948 tra le uve a bacca rossa Merlot e Teroldego), che usando la tecnica dell’appassimento diventa Reboro, un passito secco solitamente di colore rosso rubino con riflessi granati, con note di mora e mirtillo e una bella balsamicità e al palato molto rotondo ed equilibrato, che si posa bene con piatti importanti a base di carne rossa.

Borghi d’Europa ha partecipato con grande piacere alla quarta edizione di “Reboro,territorio e passione” (nome davvero indovinato) il 15 ottobre c.m. , rassegna volta a coinvolgere e mettere a confronto operatori e altri vignaioli che producono vini con la tecnica dell’appassimento: per questa quarta edizione il gemellaggio ha visto come ospite la Valpolicella, col grande Amarone.

Un momento molto importante per i vignaioli della Valle dei Laghi e anche molto concettuale: prima da Pisoni a Pergolese si è tenuto il convegno “TRENTINO E VENETO, TECNICHE E TERRITORI A CONFRONTO”, con accento sulle uve rosse, l’appassimento e il cambiamento climatico e poi da Francesco Poli a Santa Massenza l’ottima masterclass  “Dal Rebo al Reboro all’Amarone”, con 12 vini, sei dei produttori della Valle dei Laghi e sei della Valpolicella, guidata dalla preparatissima enologa e comunicatrice del vino Sissi Baratella.

Il Reboro, grazie all’esperienza maturata con produzione del Vino Santo, è molto rappresentativo della zona locale, dove naturalmente anche il vento Ora del Garda fa la sua parte: dopo un appassimento di circa 60 giorni e una lunga permanenza a contatto con le bucce, affina in legno per circa 3 anni più un ulteriore anno di riposo in bottiglia!

Borghi d’Europa apprezza molto il lavoro svolto in sinergia dalle sei cantine dell’Associazione del Vino Santo Trentino e continuerà a comunicarne le etichette e il terroir nei propri progetti d’informazione del circuito Eurovinum, dedicato ai paesaggi della vite e del vino.

Evviva!

martedì 12 ottobre 2021

VINO E DINTORNI: LA PRESENTAZIONE DELLA GUIDA DOCTORWINE 2022 E I PRIMI EVENTI DELLA MILANO WINE WEEK

 









Borghi d’Europa ha seguito alcuni appuntamenti di livello a Milano

Milano, 12 Ottobre 2021-Per la città di Milano e l’intero compartimento vitivinicolo del Belpaese l’inizio di ottobre è stato davvero scoppiettante, grazie a un incredibile numero di appuntamenti tematici targati Milano Wine Week 2021 e alla presentazione della Guida 2022 di Doctorwine all’Hotel Principe di Savoia.

Borghi d’Europa ha seguito alcuni di questi eventi dedicati al mondo del vino, traendone ottime indicazioni per i propri progetti d’informazione, specialmente quelli europei, che vedono e vedranno la sostenibilità come elemento cardine.

Per quanto riguarda la Guida Essenziale ai Vini d’Italia 2022, firmata dal Doctorwine Daniele Cernilli, Borghi d’Europa ha partecipato a due masterclass focalizzate sulle bollicine italiane, entrambe condotte dalla brillante Sissi Baratella, dove sono stati particolarmente apprezzati lo Spumante Arvange Pas Dosè della Cantina Valtidone dei Colli Piacentini e il Franciacorta Satèn 2017 di Barone Pizzini di Provaglio d’Iseo (Bs).

 

Da segnalare anche un approfondimento territoriale sull’uva autoctona Erbamat, poco conosciuta e usata per grandi Spumanti Metodo Classico da poche cantine franciacortine, tra cui proprio Barone Pizzini, ed infine le  etichette dell’Antica Masseria Jorche di Torricella (Ta), che sanno di Puglia in tutto e per tutto.

Per la quarta edizione della Milano Wine week, tra le centinaia di eventi e masterclass in programma, (con collegamenti in 11 città e 7 Paesi fondamentali  per il mercato enologico come  USA, Canada, UK, Russia, Cina, Giappone e Hong Kong!), la Redazione di Borghi d’Europa ha scelto di presenziare a 2 interessanti masterclass: una sul Pecorino d’Abruzzo (a cura del Consorzio di Tutela Vini d’Abruzzo) e una su alcune etichette particolari dell’Azienda Agricola Monte Zovo di Caprino Veronese (Vr).

Nota a parte la merita la Wine Business City, svoltasi nella grande location dello Spazio Megawatt Court, dove operatori, stampa, produttori ed export manager si sono potuti incontrare in presenza per utili confronti sull’intero comparto.

Un evento di estrema importanza la Wine Business City dunque, dove sono stati apprezzati i gioielli bianchi del Collio di Fabjan Korsic, poi i vini Abruzzesi della Tenuta Secolo IX di Castiglione a Casauria (Pe) ,quelli marchigiani della Società Agricola Forestale Filodivino di San Marcello (An) e i i rossi di Brunello (uva Sangiovese al 100%) di San Guglielmo, piccola e bella realtà di Montalcino (Si).

Eventi in presenza (cosa che fa la differenza rispetto a quelli digital), grandi vini e territori da raccontare: così va bene!

 

mercoledì 6 ottobre 2021

I Vini Valsangiacomo a Mendrisio (Canton Ticino.CH)

 

Famiglia Valsangiacomo
Inizio Attività 1831
Vitivinicultura Tradizionale
Ettari 14
Bottiglie prodotte 160.000
info@valswine.ch
www.valswine.ch

Valsangiacomo

Mendrisio - Svizzera

Nata nel 1831 con l'attività di importazione e di commercio di vino a Chiasso, nei primi del '900 per la passione dei titolari, comincia a vinificare qualche partita di uva autoctona. negli anni 50, Cesare Valsangiacomo, tra i primi enologi formati in Svizzera, acquista alcune proprietà nel Sud del Canton Ticino e mette a dimora le prime vigne. Diventa ben presto un pioniere e un punto di riferimento per la produzione di vini alta di qualità. Uberto Valsangiacomo, ingegnere agronomo, sesta generazione della famiglia, segue oggi la conduzione dell'azienda che ha trasferito nelle cantine di Mendrisio ai piedi del Monte Generoso. Cantine naturali scavate nella roccia, vigneti terrazzati su terreni argillo-calcarei e morenici, sono il perfetto equilibrio per un merlot, perfetta icona del Ticino.

mercoledì 29 settembre 2021

L'azienda agricola Blazic propone la ribolla gialla e il friulano a Milano

 


Borghi d'Europa sviluppa un Percorso Internazionale dedicato alle Terre del Vino :Eurovinum.

I giornalisti e i comunicatori nel loro viaggio del gusto, hanno toccato anche il Collio friulano,

alla ricerca di aziende e vignaioli di pregio.

 

Fra queste l'azienda agricola Blazic,in località Zegla in quel di Cormons.

Michele (che è anche Presidente della Enoteca di Cormons), ha scelto la ribolla gialla e il

friulano per le degustazioni che si tengono a Milano,presso l'Osteria la Stazione l'Originale

di Gunnar Cautero.

 

“La Ribolla Gialla può essere definita come un vino dalle caratteristiche equilibrate e complesse ma allo stesso tempo semplice ed elegante- osserva Michele.”

Il colore è giallo paglierino tenue con riflessi dorati.

 

Profumo elegante, fruttato e delicato, con note di fiori bianchi e gialli.

In bocca risulta vellutato, con buona struttura, esaltata dalla tipicità acida di questo vino, retrogusto lungo e persistente con evidenti sentori floreali. Sviluppa normalmente 13,00° alcolici.

 

“Il Friulano, fino a poco tempo fa chiamato Tocai Friulano è per eccellenza il vino più tradizionale della nostra regione, si presenta in maniera molto strutturata con un’armonica complessità fruttata dal caratteristico retrogusto di mandorla amara- continua a raccontare Michele.”

Il colore è giallo dorato.

Al naso si presenta ampio e gradevole con forti caratteristiche varietali, sentori di mandorla, salvia e pepe bianco.

In bocca risulta essere un vino molto strutturato dal buon supporto alcolico, con buona acidità ed armonica complessità fruttata e speziata. Sviluppa normalmente 13,50° alcolici.

 




 

Le Storie

Siamo a meno di un tiro di schioppo dal confine sloveno.

Guardiamo con stupore le etichette dei vini di casa Blazic : suggeriscono vivacità, vitalità,

voglia di vivere.

“ La nostra famiglia – racconta Michele -, risiede a Zegla, nel cuore dei colli cormonesi, fin dal 1923. “

Franco, Cinzia e Michele coltivano l’armonia tra una viticoltura tradizionale, che custodisce con sapienza passione vitigni autoctoni e cloni antichi, e una gestione agronomica più moderna.

Il colloquio procede speditamente : Michele rivela subito passione e competenza.

“ Coltiviamo la terra con attenzione e rispetto dell’ambiente. Per noi questi non sono degli

slogan promozionali, ma un autentico messaggio di vita. Il vigneto è un ecosistema

complesso dove piante, animali e insetti vivono in equilibrio. L’uomo che impianta e si prende

cura di un vigneto, può farlo solo rispettando la vita che contiene”.

I vitigni di famiglia regalano ogni anno soddisfazioni e novità, come il ZEGLA, Crù di Zegla e il

PINOT BIANCO, due selezioni che si affiancano ai già conosciuti ed apprezzati : Friulano,

Sauvignon,Ribolla Gialla,Malvasia, Chardonnay,Pinot Grigio e Merlot.

Sorseggiamo placidamente il Friulano : il vino più tradizionale del Friuli offre tutta la sua complessità strutturata, con un retrogusto di mandorla amara che lo rendono unico.

“ Anche gli interventi in cantina seguono la filosofia che permea il nostro operare.

Le nuove tecniche e attrezzature rispettano la natura e garantiscono una produzione

ricca di aromi e profumi, capace di svelare nei vini della famiglia Blazic tutta la magia

delle belle vigne di Zegla e delle Via delle Vigne Alte.”

Ci alziamo, per proseguire il nostro cammino.

Mai come oggi, il ‘camminare la terra’ di veronelliana memoria, ci è sembrato azzeccato, proprio qui, dai Blazic!